Durante l’occupazione nazista di Lubiana, il 16 dicembre 1943, un soldato tedesco ubriaco sparò e uccise il baritono e regista Robert Primožič, triestino di nascita, attivo a Trieste, Gorizia, Udine, Fiume, Osijek, Zagabria, Praga, Bratislava, Budapest ecc. Robert Primožič si formò a Trieste, nei primi decenni del XX° secolo, nel periodo, in cui la città fu una vera e propria incubatrice per molti artisti, soprattutto sloveni, che emigrarono dalla città per motivi di lavoro (come Viktor Parma), e poi principalmente sotto la pressione dell’italianizzazione forzata, come Mirko Polič, Danilo Švara, Vasilij Mirk, i fratelli Dušan, Ivan Karlo e Belizar Sancin, Mario (Marij) Šimenc, Ksenija Vidali, Ondina Otta, Jakov Cipci ecc.
Sugli studi e la carriera di Robert Primožič si sa relativamente poco, tra i nomi dei suoi insegnanti ci sono quelli di Escher e De Filippi a Trieste, ma si sa anche che si è perfezionato a Milano. Ha debuttato a 19 anni nell’opera Nikola Šubić Zrinjski di Ivan Zajc al Narodni dom di Trieste, sotto la direzione di Mirko Polič e la regia di Leon Dragutinović.
Nel 1918 l’Opera di Zagabria, dove rimane per 11 anni, gli offre un contratto e così Primožič diventa uno degli artisti più amati. Con la compagnia zagabrese e poi con l’Opera di Lubiana nel 1918 e nel 1939 Primožič ritorna nella sua città natale per due tournée di grande successo al Teatro Rossetti.
A Zagabria è stato nel 1918 il primo Godunov di Modest Mussorgskij e all’Opera di Lubiana il primo Lorenzo dell’opera Črne maske (Le maschere nere) di Marij Kogoj, un’opera interamente slovena che nasce e viene messa in scena per la prima volta tra il 1924 e il 1929. La prima messa in scena delle Črne maske fu fortemente voluta da Mirko Polič e dopo la prima messa in scena fu poi riproposta, con diversi allestimenti altre tre volte sino ad oggi. Il dramma si occupa della scissione dell’io e del confronto con doppio dentro di noi e rispetta i canoni classici delle unità aristoteliche di luogo, tempo e spazio, ma i suoi personaggi non sono solo caratteri e persone, ma simboli di persone e dei rapporti interpersonali. All’interno di questo dramma ci sono forti motivi simbolici e forti tensioni psicologiche. Qualcuno ha anche accennato alla somiglianza di alcune parti con le cavalcate medievali, personificazioni dei peccati. Non ci sono i classici numeri chiusi: arie, duetti, finali ecc. La parte del protagonista richiede un baritono tecnicamente ineccepibile e nel pieno delle sue forze. Il primo Lorenzo fu il roianese Robert Primožič, il secondo Samo Smerkolj, il terzo Josip Lešaja e il quarto Jože Vidic.
All’apice della sua carriera lirica aveva in repertorio circa 90 ruoli.
Per chi volesse riservargli un ricordo, la sua tomba si trova nel Cimitero di Lubiana.
Nel link il mio articolo su Il Piccolo di Trieste
Nei link qui sotto due interpretazione storiche di Robert Primožič.