Tra le voci liriche di maggior fascino della prima metà del XX° secolo, dobbiamo annoverare quella di Josip Rijavec, tenore nato a Gradisca d’Isonzo il 10 febbraio 1890 e morto a Belgrado il 30 dicembre 1959.
La data che viene indicata come inizio della sua carriera è quella dell’8 febbraio 1907, serata durante la quale il giovanissimo cantante si fece notare in un concerto a Gorizia, dove abitava con la mamma vedova e i fratelli. A Gorizia la casa degli Rijavec (da Pepe, come lo avevano soprannominato affettuosamente) era il posto, dove si incontravano gli studenti sloveni per discutere la questione dell’appartenenza nazionale e dell’uso della lingua, come testimonia uno di loro, Virgil Šček che sarebbe diventato sacerdote, ma anche attivista per i diritti degli Sloveni.
Josip Rijavec ha cantato in Europa, ma anche in America Latina e non va dimenticata nemmeno le sue tournée in Unione Sovietica nel 1945.
Dopo aver conseguito la maturità, la sua carriera si è spostata prima a Lubiana e a Zagabria per poi allargarsi alla Germania, all’Austria, alla Spagna e all’America Latina.
Ha collaborato con i più famosi direttori d’orchestra da Erich Kleiber, Otto Klemperer, Ernest Ansermet, Max Rudolf, Lovro Matačić, Richard Strauss ecc.
La sua voce bella, chiara, morbida, cristallina si sposava bene con la sua musicalità e con il suo grande sapere tecnico, una sapienza che Rijavec ha generosamente offerto alle giovani generazioni, durante il suo periodo di docenza all’Accademia di Musica di Belgrado.
Pietro Mascagni lo ha voluto come interprete di Turriddu, registrando con lui nel 1933 la Siciliana dalla Cavalleria rusticana, nel link qui sotto l’interpretazione di Rijavec nella direzione di Mascagni.
Chi volesse saperne di più dei suoi inizi, può farlo, leggendo questo saggio, contenuto nel libro monografico dal titolo Josip Rijavec, slovenski tenorist mednarodnega slovesa, pubblicato nel 2006 dal Museo Teatrale sloveno di Lubiana.